mercoledì 1 novembre 2017

DOPPIO SPECCHIO

 DOPPIO SPECCHIO

Oggi è giorno di festa e lo voglio celebrare, non con uno, ma con due racconti, tratti dalla sapienza orientale. Tema: realtà e illusione – ricordando che Occidente e Oriente, almeno nella Sapienza, s’incontrano, pur con accenti differenti.

LA REALTÀ (Lo “specchio sporco”)
C’era una volta un uomo seduto ai bordi di un’oasi all’entrata di una città. Un giovane si avvicinò e gli domandò: «Non sono mai venuto da queste parti. Come sono gli abitanti di questa città?»
Il vecchio gli rispose con una domanda: «Com’erano gli abitanti della città da cui vieni?»
«Egoisti e cattivi. Per questo sono stato contento di andarmene di là.»
«E così sono gli abitanti di questa città…» gli rispose il vecchio.
Poco dopo, un altro giovane si avvicinò all’uomo e gli pose la stessa domanda:
«Sono appena arrivato in questo paese. Come sono gli abitanti di questa città?»
L’uomo rispose di nuovo con la stessa domanda: «Com’erano gli abitanti della città da cui vieni?»
«Erano buoni, generosi, ospitali, onesti. Avevo tanti amici e ho fatto davvero molta fatica a lasciarli.»
«Anche gli abitanti di questa città sono così» rispose il vecchio.
Un mercante che aveva portato i suoi cammelli all’abbeveraggio aveva udito le conversazioni, e quando il secondo giovane si fu allontanato si rivolse al vecchio in tono di rimprovero:
«Come puoi dare due risposte completamente differenti alla stessa domanda posta da due persone?»
«Figlio mio – rispose il vecchio – ciascuno porta il suo universo nel cuore… Chi non ha trovato niente di buono in passato, non troverà niente di buono neanche qui. Al contrario, colui che aveva degli amici nell’altra città troverà anche qui degli amici leali e fedeli. Perché, vedi, le persone sono ciò che noi troviamo in loro…»

L’ILLUSIONE (lo “specchio rotto”)
A Mullah Nasruddin era giunta voce che la moglie lo tradisse. E gli avevano pure indicato il luogo (sotto la grande palma appena fuori città) e l’ora degli incontri clandestini (a mezzanotte in punto). Non sapeva però chi fosse il rivale.
Il pensiero del tradimento e la gelosia lo divoravano giorno dopo giorno. Ormai la sua era diventata una fissazione, una mania… E dal giorno della triste rivelazione aveva cominciato a soffrire anche di fobie e attacchi di panico; per non parlare degli stati d’ansia, della vergogna (erano ormai molti mesi che non frequentava più nessuno per paura dei commenti) e della depressione che lo buttava sempre più giù. Era ridotto a uno straccio…
Un giorno prese il coraggio a due mani e disse fra sé e sé: devo far fuori il mio rivale! Si preparò psicologicamente a puntino, si rimise in sesto, disse in anticipo le preghiere riparatorie, si armò di tutto punto e andò di soppiatto sul luogo deputato, Era quasi mezzanotte, luna piena, nessuno intorno, solo una leggera brezza e il sommesso vocio degli animali notturni…
Salì sulla palma e iniziò ad aspettare. Mezzanotte: niente, mezzanotte e mezza: niente… Ma lui imperterrito, sempre più carico di rabbia e indomito coraggio.
L’una, le due, le tre, l’alba… All’improvviso, il flash: ma io non ho moglie!




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